Il Museo Nazionale Archeologico di Taranto, fra i più importanti d’Italia, fu istituito nel 1887 e occupa sin dalle origini l’ex Convento dei Frati Alcantarini, o di San Pasquale, costruito poco dopo la metà del XVIII secolo. La sua ubicazione, nel cuore della città, non è casuale: il convento, infatti, rappresenta un punto d’incontro tra la storia religiosa e quella laica, tra il passato monastico e quello archeologico, creando un’atmosfera unica che arricchisce l’esperienza del visitatore.

La controversa e travagliata storia delle antichità della città di Taranto affonda le sue radici già a partire dal Quattrocento, quando fu edificato uno dei più antichi conventi ad opera della nobile famiglia dei Del Balzo Orsini. Durante quel periodo, Taranto iniziava a essere riconosciuta come un importante centro di arte e cultura, sebbene la sua ricchezza storica fosse ancora sotto il dominio della nobiltà locale. Fu proprio in questi secoli che si delineò la prima vera e propria attenzione alle testimonianze archeologiche della città, ma anche un intenso e talvolta controverso processo di spoliazione delle sue ricchezze.
Nei secoli, lo spoglio delle antichità fu tale da incrementare un fiorente mercato nazionale e internazionale che culminò tuttavia con la proclamazione dell’Unità d’Italia e con la designazione della città quale base navale del nascente stato. Taranto, purtroppo, si trovò al centro di numerosi traffici illeciti di reperti, molti dei quali venivano esportati e venduti a collezionisti e musei di tutto il mondo. Tuttavia, con il consolidarsi del neonato stato italiano, si avvertì la necessità di tutelare il patrimonio storico-culturale del paese, portando alla creazione di istituzioni come il Museo Nazionale Archeologico.

Il fervore edilizio che si mobilitò nei decenni finali dell’Ottocento portò alla scoperta fortuita di un’ingente quantità di oggetti, spesso di grande pregio artistico e di elevato valore. Tra i più noti, emergono i reperti provenienti dalla città greca di Taranto, come le famose tombe a camera e i corredi funerari che raccontano la vita e le tradizioni di una delle colonie più fiorenti della Magna Grecia. Grazie a queste scoperte, il museo ha potuto arricchire la propria collezione, dando nuova vita a un passato che, a lungo, era stato messo in ombra dalla violenza dei furti e dalla disattenzione verso le proprie radici storiche.
Oggi, il Museo Nazionale Archeologico di Taranto non è solo una delle più importanti istituzioni museali italiane, ma anche una meta imprescindibile per i turisti che visitano la città. Le sue collezioni spaziano dalla preistoria alla fine dell’età romana, con un focus particolare sulla civiltà greca e sulla sua influenza nel Mediterraneo. Tra i reperti più significativi vi sono le antiche ceramiche, le sculture in bronzo e marmo, e i celebri guerrieri di Taranto, statue che raffigurano l’epica storia dei combattenti della città.
Il museo, grazie alla sua posizione strategica, offre anche una panoramica unica sulla storia più recente di Taranto. La visita al Museo Nazionale non è solo un viaggio nel tempo, ma anche una riflessione sul presente e sul futuro della città, sempre più impegnata a valorizzare il suo patrimonio culturale come strumento di sviluppo economico e turistico.
Inoltre, grazie a un’attenta politica di restauro e valorizzazione, il museo è diventato anche un centro di ricerca e formazione, coinvolgendo studiosi e archeologi da tutto il mondo. La sua attività è testimone di come Taranto, una città che un tempo sembrava dimenticare le proprie radici, abbia ora riscoperto il valore della sua storia e lo abbia trasformato in un punto di forza.
Per i visitatori, una tappa al Museo Nazionale Archeologico di Taranto è un’occasione unica per immergersi nelle ricchezze di un passato millenario, mentre la città stessa si prepara a scrivere il prossimo capitolo della sua lunga e affascinante storia.